Dovremmo sempre andare a scuola a piedi.

Ogni tanto leggo dei post che mi fanno passare la voglia di commentare. Perlopiù di scrittori, che riversano nel web le loro frustrazioni. Criticano chiunque, vogliono essere quello che non sono, e girano su loro stessi e le loro paranoie. Forse è per le questioni che vengono poste, come vengono poste; forse perché non sono problemi che mi riguardano. Non ho l’abitudine di autodefinirmi, infatti non l’ho fatto sull’altro blog proprio per non influenzare i lettori o i visitatori occasionali, e creare un approccio più fresco ed immediato, e perché volevo porre l’attenzione solo sulle illustrazioni, rendendole le uniche protagoniste.
Su questo blog invece ho semplicemente evitato di rendere nota la mia attività professionale, perché non ha importanza. Contano solo i contenuti che voglio condividere.
Tutto il resto è bla bla bla …..


Non posso dire che la questione sia tutta qua. C’è di più. Le persone hanno dei preconcetti. Ne ho la riprova personale, perché l’altro giorno mi hanno chiesto “cosa ci fa un avvocato nel web?”. I miei colleghi hanno dei blog, ma ovviamene blog giuridici, e non escludo in futuro di aprirne uno anch’io, forse l’anno prossimo. Essere un avvocato creativo invece, non va bene nell’immaginario collettivo. Disturba. Non mi importa, perché per me ha tutto un senso. Mi occupo di creatività da sempre, e la mia professione non ha fatto altro che chiudere il cerchio. Una arricchisce l’altra, credetemi. Tuttavia, la domanda che mi è stata posta non era piena di curiosità, o stupore, ma era solo una critica mal celata. Si percepiva un senso di fastidio, e ho pensato che avesse avuto una brutta esperienza con qualcuno della categoria. Se è così mi spiace per lui/lei (scusate ma devo mantenere l’anonimato).
Non ho nessuna intenzione di giustificarmi, perché non mi sento fuori luogo nel mio ambiente di lavoro, e nemmeno nel web.
Una domanda sorge spontanea però: perché è così importante catalogare le persone? E perché tutte queste polemiche intorno a quello che uno è?
Quando ero piccola andavo sempre a scuola a piedi. Quando ho fatto l’università andavo a lezione a piedi. Quando ho iniziato a lavorare (e studiavo contemporaneamente, ndr “mi sono fatta da sola”) andavo a lavorare a piedi, e non perché fosse tutto a portata di piede.
Ogni giorno faccio una passeggiata, e qualche volta vorrei poterla fare a piedi nudi per meglio esprimere la mia libertà.
Dovreste provare anche voi a farlo, andare a piedi intendo, magari vi si schiariscono le idee.

Commenti

  1. Credo che catalogare le persone faccia sentire più forti, diversi... magari migliori.
    E' una scemata perchè nessuno è migliore di un altro, non in tutto per lo meno.
    Bisogna prendere le persone come sono o si rischia di andare al manicomio nel vano tentativo di capirle.
    Tornando a te, e che importa se sei avvocato e pure creativa? Una cosa non esclude per forza l'altra. Più facile che si compensino a vicenda. Dove non arriva la pragmaticità dell'avvocato può arrivare la fantasia del creativo. Poi, scusa, non ci si può rilassare e divertire come meglio si crede? Se essere creativa fa parte del tuo essere è giusto che tu sfrutti questa opportunità.
    Non so a chi ti riferisci e non mi interessa ma parlava forse per invidia?

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    1. Il bello di te Patri è che inquadri subito le situazioni. Potrebbe essere anche invidia, non so. Io ho visto solo insicurezza, un po' da asilo nido. Probabilmente è come dici tu, voleva dire che si sente migliore.
      Non ha fatto una bella figura a mio parere, e pollice in giù per la ristrettezza mentale 😜
      Un abbraccio
      Marina

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  2. Se tutti si facessero gli affari propri, il mondo andrebbe meglio! Ma sarà possibile?
    La cosa importante è imparare a fregarsene.
    Cosa non sempre facile, purtroppo.

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    1. La cosa non mi ha sconvolto particolarmente, tant'è che continuo per la mia strada. C'è sempre qualcuno che trova il modo per rompere le uova nel paniere, ma stare zitti non sempre va bene! ;)
      Bacio
      Marina

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