Insieme Raccontiamo n. 24. Il mio finale: il tombino.
A momenti non partecipo all’appuntamento di Insieme Raccontiamo, il
compleanno.
Proprio così, l’iniziativa compie due anni.
Gulp! Gasp! WOW!
Per questo mese la madrina della iniziativa ci ha lasciato a briglie
sciolte, senza limiti di parole.
Accidenti non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di lasciar fluire
i miei vaneggiamenti.
Mi sono data quindi una mossa a buttare giù un possibile finale, senza
alcuna idea della strada percorsa dagli altri partecipanti.
Sia quel che sia, vi aspetta un finale da 745 parole.
Per conoscere le regole del gioco cliccate qui.
Buona lettura!
Incipit
di Patricia Moll
“Ci son
strade che portano ovunque
Ci sono
incroci che portan lontano
Ma quando
vedrai
un cervo che
scappa
un serpente
che attacca
e di un uomo
le gambe soltanto
saprai che
sotto al varco dovrai passare
e il
pericolo andare ad incontrare.”
Ok! Poteva andare bene e incominciò a spedire gli inviti.
IL MIO FINALE
Christine stava leggendo sulla veranda quando sua madre le portò una
busta bianca con macchie di colore sparse qua e là. Il mittente non era
indicato.
Aprì la busta e lesse il ritornello più volte.
Aggrottò la fronte perché per lei non avevano senso quelle rime.
Pensò ad uno scherzo, e lo ripose in fondo al libro con l’intenzione
di riprendere la sua lettura. I colori che c’erano sulla busta le piacevano però,
e decise che ne avrebbe ricavato un segnalibro.
Il giorno dopo sua madre le chiese di andare in libreria a fare una
ricerca per il libro che stava scrivendo.
Il sole brillava alto nel cielo e una leggera brezza rendeva
sopportabile il suo calore. La giornata ideale per fare quattro passi all’aria
aperta e magari un giro al piccolo zoo del centro. Non era molto distante dalla
sua meta. L’ultima volta che ci era stata era una bambina, e l’avevano
impressionata i serpenti, con il loro strisciare silenzioso e la lingua
biforcuta. Aveva la sensazione di non essere al sicuro, anche se erano in
gabbie di vetro sigillate. Per evitarli decise di percorrere il viale
principale, dove c’erano le gabbie delle tigri e degli scimpanzé. Era così
rapita dagli animali che non si accorse della segnalazione di pericolo sulla
strada. Finì per sbattere contro una transenna che le fece perdere l’equilibrio
e cadere in un tombino non molto profondo. Per la prima volta in vita sua
imprecò. Nessuno passava in quel momento, e ogni richiesta d’aiuto era vana.
Attese per quindici minuti prima di scorgere le gambe di un uomo in jeans, ma
la sua richiesta d’aiuto fu soffocata da un botto subitaneo che lo fece
allontanare. Non fu l’unico, perché vide un cervo correre sulla stradina di
fronte, e poco dopo ci fu un susseguirsi di persone e animali in un “fuggi
fuggi” generale. Le venne in mente il ritornello del biglietto. Cercava
disperatamente di ricordarlo, ma la paura di rimanere imprigionata nel tombino non
le consentiva di fare mente locale. Quando vide il serpente il cuore le esplose
nel petto. Si dirigeva verso di lei strisciando quasi a ritmo di musica,
che per Christine aveva le note della colonna sonora di profondo rosso. I suoi occhi gialli erano
freddi e pronti per catturare la preda. Non riuscì a trattenersi dall’urlare
quando il serpente con un balzo e le fauci spalancate mirò al suo collo. Chiuse
gli occhi dal terrore e si portò le mani al viso per proteggersi. Come una
saetta il serpente le sfiorò l’orecchio e si ritrasse immediatamente. In bocca
aveva un topo appena fuoriuscito dal tombino. Non sapeva quale delle due cose
le facesse più orrore. La memoria si risvegliò, e le parole finali del
biglietto le vennero in mente all’improvviso: “saprai che sotto al varco dovrai
passare, e il pericolo andare ad incontrare.”
Si guardò intorno e vide delle insenature nel cemento uguali a quelle
della parete di roccia che c’era in palestra. Con due lacrime agli occhi si
arrampicò, e una volta fuori dal tombino, trovò sul sentiero il pericolo che doveva
affrontare. Smise di respirare. Se il serpente la terrorizzava, quello che
aveva di fronte agli occhi non lasciava alcuna possibilità di sopravvivere. La
tigre la fissava negli occhi, e soffiava leggermente, come un gatto domestico, in
segno di avvertimento. Sperava con tutte le sue forze che avesse già pranzato,
e che quel sorriso a denti aguzzi fosse veramente solo un monito di starle
lontano. Si mosse a piccoli passi nella sua direzione. L’animale la guardava
incredula, ma per nulla intimorita. Christine lentamente si dirigeva verso il
sentiero opposto, nel tentativo di aggirare l’animale. Quando fu a tre metri di
distanza dal felino, ormai pronto a caricare, due anelli d’acciaio si avvolsero
al collo della bestia e la immobilizzarono. Christine non stette lì a guardare
l’animale mentre tentava di riottenere la sua
libertà. Imboccò il sentiero e corse a perdifiato fino all’uscita.
Un corteo di forze dell’ordine era pronto ad intervenire. Il caos era
padrone dell’attimo. Tornò a casa con dieci anni di vita in meno, ma con la forza
di chi è sopravvissuto. Quanti potevano dire di aver affrontato una tigre senza
aver riportato alcuna lesione? Aprì il frigorifero e si scolò un litro di acqua
ghiacciata.
“Hai fatto presto Christine. Hai trovato i libri che ti ho chiesto?”
“No mamma!”
“Perché no? Ti avevo detto che erano importanti per la mia storia!”
“Non ti preoccupare mamma. Ho io una storia da raccontarti”
THE END
Con questo post partecipo all'iniziativa di Insieme Raccontiamo ideata da Patricia Moll.
Alla prossima!
Ma sei arrivata in tempissimo!!!!
RispondiEliminaE alla grande! Bell'idea questo "viaggetto" alla Alice. Hai infilato tutti i "personaggi" con bravura.
Complimenti!
Ad Alice non avevo pensato, eppure hai ragione Pat ... nel tombino anziché nella tana del bian coniglio 😃
EliminaIn settimana passo a leggere il riepilogo.
Baci
Marina
Vieni quando vuoi che ti ho pure fatto pubblicità nei commento 😊
EliminaMa grazie Patri! Sei un tesoro :)
EliminaAmmetto che il tombino mi aveva fatto pensare a ben altro, non ad un serpente, però per fortuna sei stata originale e hai creato un bel finale.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Il tombino fa molto Stephen King!
EliminaBaci
Marina
Ehi, Marina, che storia incredibile! E meno male che dovevano essere vaneggiamenti, qui c'è la trama pe un film. Complimenti. 😉
RispondiEliminaah ah ah un film ... ma grazie Marina! Però non so se andrei al cinema a vederlo un film così 😝
EliminaAlla prossima 😉
Marina
Waww! Thriller e andrenalina a gogò.
RispondiEliminaBrava Marina.
Grazie Anna. Devo ancora leggere i finali di tutti quanti, e poi passerò sui vari blog a lasciare il segno del mio passaggio :D
EliminaCi sei anche tu questo mese?
Va beh, passo e lo scopro ^-^