Insieme Raccontiamo n. 27 (la scomparsa)
Miracoli dei miracoli riesco a partecipare all'appuntamento mensile di Insieme Raccontiamo della grande Patricia Moll.
Vi ho messo il link diretto al post che vi consentirà di leggere nei commenti anche i finali degli altri partecipanti.
Come al solito preferisco fare un post dedicato a questa splendida iniziativa dato che, anche per questo mese, il finale è di 300 parole (spaccate).
L'immagine scelta per accompagnare il mio finale, è emblematica (e tratta liberamente dal web), ma non volevo prendere delle immagini di repertorio giudiziario. Leggendo capirete il perché.
Il racconto e il finale è di pura fantasia, e non fa riferimento a fatti realmente accaduti.
L'incipit che questo mese Patricia ci ha dato è il seguente:
Improvvisamente il volume audio si alzò in maniera assordante. Si voltò. La tazzina le cadde dalle mani.
C’era una sua foto sullo schermo. Una foto di tanti anni fa, quando ancora era una ragazza piena di speranze e carina.
“Vi mostriamo la foto della ragazza scomparsa. Chiunque la vedesse è pregato di rivolgersi alle Forze dell’Ordine. Ricordiamo che è introvabile da ieri pomeriggio e che al momento della sparizione indossava blue jeans azzurri, felpa rossa con la scritta bianca my sweet love, scarpe da ginnastica blu. Risponde al nome di….”
Vi ho messo il link diretto al post che vi consentirà di leggere nei commenti anche i finali degli altri partecipanti.
Come al solito preferisco fare un post dedicato a questa splendida iniziativa dato che, anche per questo mese, il finale è di 300 parole (spaccate).
L'immagine scelta per accompagnare il mio finale, è emblematica (e tratta liberamente dal web), ma non volevo prendere delle immagini di repertorio giudiziario. Leggendo capirete il perché.
Il racconto e il finale è di pura fantasia, e non fa riferimento a fatti realmente accaduti.
L'incipit che questo mese Patricia ci ha dato è il seguente:
LA SCOMPARSA
Si stava preparando il caffè pensando a cosa avrebbe dovuto fare per sistemare una determinata questione. La tivù era accesa come sempre, un sottofondo che ormai quasi non sentiva più.
C’era una sua foto sullo schermo. Una foto di tanti anni fa, quando ancora era una ragazza piena di speranze e carina.
“Vi mostriamo la foto della ragazza scomparsa. Chiunque la vedesse è pregato di rivolgersi alle Forze dell’Ordine. Ricordiamo che è introvabile da ieri pomeriggio e che al momento della sparizione indossava blue jeans azzurri, felpa rossa con la scritta bianca my sweet love, scarpe da ginnastica blu. Risponde al nome di….”
QUESTO IL MIO FINALE
CHE HO INTITOLATO "IL PARAVENTO"
CHE HO INTITOLATO "IL PARAVENTO"
Monica Fedeli. Rimase sbalordita
dall’udire il suo nome. Nessuno la chiamava più in quel modo. Ora era
conosciuta come Camilla Verdicchio, la splendida moglie del ragioniere
Verdicchio. Aveva cambiato nome dopo essere entrata nel programma di protezione
dei testimoni. Prese in mano la cornetta del telefono e chiamò l’agente che si
era occupato del suo cambio d’identità.
“Lo so Camilla cosa sta pensando”,
esordì una incerta voce al telefono. “Abbiamo dovuto farlo perché è emerso un piccolo
problema, ma non si deve preoccupare, lo abbiamo risolto”.
Camilla non avrebbe
mai potuto dimenticare il giorno della sua testimonianza, la sua voce carica di
paura mentre raccontava, dietro un paravento e con la voce camuffata, i particolari
di quel tremendo omicidio cui aveva assistito per puro caso.
“Dovevamo farla sparire
dalla circolazione, prima che ….”
“Prima che cosa?”
“Gliel’ho detto abbiamo già risolto tutto. Stia tranquilla.”
“Prima che cosa, agente Voiello”, insistette imperterrita. “Non
ci provi a condirmi via in questo modo. Voglio sapere cosa sta succedendo.”
“La stanno cercando. I fratelli Borelli, la stanno cercando
per … per …”
“Per farmi fuori?”
“No, per costringerla a ritrattare, e sanno essere
persuasivi. Senta signora, facendola scomparire …”
“Voi avete rivelato la mia identità, e gli avete fatto
capire che sono sotto protezione. Questi non molleranno più la presa.”
“La conoscevano già. Il piano è inscenare un incidente, e
farla sparire per sempre dalla circolazione”.
“Agente Voiello, quelli non sono mica stupidi. Crede davvero
che non intuiranno la messa in scena?”
“No se facciamo trovare un corpo.”
“Oh mio Dio! Sta scherzando?”
“Purtroppo no, ma come le ho già detto abbiamo pensato a
tutto. Potrà essere finalmente una donna libera”
“Pensato a tutto come l’ultima volta? Lei è solo un povero
illuso”, e riattaccò il telefono.
Vorrei poter viaggiare nel tempo, sospirò sconfortata.
Il post entrerà a far parte del riepilogo finale che verrà pubblicato sul blog Myrtilla's house i primi giorni di dicembre.
Alla prossima!
Mamma mia Marina! Attualissimo e sconfortante. Il tuo è un finale, un racconto ma chissà che non ci siano stati finali così ma reali...
RispondiEliminaDavvero bello ed emozionante.
Ora ho il pc spento ma domani aggiorno il rirpilogo. Grazie e complimenti
Capita spesso comunque che i testimoni, in processi particolarmente delicati, subiscano pressioni. Con questo epilogo però, bisognerebbe chiedere all'FBI 😆
EliminaGrazie!
Marina
Magari al Ncis... Leroy Jethro Gibbs 😍
EliminaIn quel telefilm la sanno lunga 😃
EliminaNon lo guardo da un po', ma mi è sempre piaciuto.
Cmq ultimamente anche il nostro TG non scherza!!!
Intrigante trama...
RispondiEliminaComplimenti Marina.
Maris
Tra fantasia e realtà ;)
EliminaGrazie.
Marina
Mi vengono in mente i tanti che queste tragedie le hanno vissute e le vivono realmente. Attualissimo, purtroppo.
RispondiEliminaVolendo fare il proprio dovere (rendere una giusta e veritiera testimonianza), o addirittura del bene in nome della giustizia, si finisce per incasinarsi la vita. Non dovrebbe essere così.
EliminaChi lo ha fatto, ha dimostrato coraggio! L'applauso va a loro.
Grazie.
Marina
Inquietante e realistico, molto, Marina. Brava. 👏🏻
RispondiEliminaQuando ci si avvicina alla verità scorrono brividi lungo la schiena. Non c'è bisogno di ricorrere alla fantascienza per sorprendere. Alle volte la realtà batte la fantasia.
EliminaGrazie del tuo apprezzamento.
Marina